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Quasi mezzo milione di bonus mamme. L’aumento c’è ma non per tutte

Quasi mezzo milione di bonus mamme. L’aumento c’è ma non per tutte

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Partenza lenta perché non tutte le potenziali beneficiarie hanno chiesto lo sgravio fiscale introdotto dalle legge in busta paga. L’associazione famiglie numerose: misura positiva ma con alcuni limiti

Tempo di primi bilanci per il Bonus mamma, l’agevolazione fiscale riservata alle donne madri e, al contempo, lavoratrici, contemplata nella Legge di bilancio 2024 che si aggiunge all’assegno unico. Una misura salutata con favore da Anfn, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose in Italia «perché – osservano i presidenti Alfredo e Claudia Caltabiano – è un riconoscimento agli sforzi titanici di quelle donne che decidono di generare più figli (offrendo un contributo al ricambio generazionale in un tempo segnato dall’inverno demografico) e, nel contempo, di mettere a disposizione del sistema-Paese le loro skill». Ma che mostra alcuni limiti. «L’agevolazione – ricostruisce Paolo Moroni (osservatorio politico Anfn) – è concessa anche a chi percepisce remunerazioni alte o molto alte. Ma non è universale: ne possono usufruire solo le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato (purché non lavoratrici domestiche), madri di due figli (di cui almeno uno under 10) o più figli (di cui almeno uno minorenne), nel limite massimo di 3mila euro annui (250 euro al mese, tredicesima esclusa). Né automatica: deve essere, cioè, la mamma a farne richiesta al suo datore di lavoro».

Da gennaio a oggi, rileva l’Inps, hanno avanzato la richiesta 484.730 madri lavoratrici: 362.726 lavoratrici madri di due figli e 122.004 madri di tre figli. Molte donne che avevano i requisiti per accedere alla misura, ad oggi, non ne hanno fatto richiesta. In audizione in Parlamento nel novembre 2023, Francesco Maria Chelli, allora presidente facente funzione dell’Istat, ricordava che le lavoratrici dipendenti madri di due figli (almeno uno di età inferiore ai 10 anni) con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico) sono 600mila, quelle con tre figli con almeno uno di età inferiore ai 18 anni sono 228mila.

Continua a leggere l’articolo completo su avvenire.it di Andrea Bernardini