• it
ancora risposta alla lettera su Famiglia Cristiana

ancora risposta alla lettera su Famiglia Cristiana

11 views
Condividi

Mi sembra di essere tornato indietro 23 anni quando, appena avuto il primo figlio e mia moglie era già in attesa del secondo, una collega mi disse, schifata, che ero un criminale.
Giusto? Sbagliato?
Non mi sorprendo e capisco benissimo che chi si sente “toccato” in prima persona (visto che è una coppia a lamentarsi) risponda anche male.
Forse qualcuno ha chiesto anche a loro di fare tanti figli?
Non mi sembra.
Ed allora perché se la prendono?
Perché si richiedono aiuti e dignità per le famiglie con tanti figli?
Cosa c’é di strano?
Magari se si trattasse di dare assistenza ad un cane abbandonato per loro andrebbe bene!
Ma i figli no.
Sono nostri e ce li dobbiamo gestire noi.
Questa affermazione non vi ricorda qualcosa: “l’utero è mio e me lo gestisco io” si diceva (adesso non c’é più bisogno di dirlo, non è più in discussione)?
Il vero problema è che non si accorgono che tutti cercano di usarci; loro sono già “usati”, la donna è già “usata”.
Una volta la donna era considerata debole perché la sua finalità, la procreazione, era da salvaguardare: la nostra Costituzione lo lascia percepire.
Ma ad un certo punto, al massimo sviluppo dell’industrializzazione e poiché non c’era bisogno di aumentare la natalità in quanto si era in fase di boom demografico in tutto il mondo, occorrevano tante braccia per produrre.
Ed allora no, la donna non poteva più limitarsi a fare figli, doveva lavorare e produrre.
Poi ancora consumare e smetterla di avere la propensione al risparmio.
I figli? Da quel momento erano solo un intralcio.
I figli come investimento per il futuro? In quel momento era un lusso che non ci si poteva permettere.
Oggi siamo ancora sull’onda lunga di quel pensiero dominante anche se inizia ad intravvedersi qualche onda di ritorno contraria: i problemi dell’invecchiamento, dello stato sociale.
Volete scommettere che tra qualche decennio diranno invece che bisogna avere tanti figli?
Purtroppo però la musica non cambierà: cercheranno sempre di usarci.
Noi però potremo dire che con noi non ci sono riusciti.
Loro potranno solo accorgersi dell’amara fregatura e della vita buttata dietro ad idiozie che gli hanno propinato.
Ci dispiace per loro.

Giulia ed Enrico.