Fraternità prima di tutto.
Vi racconto con molta serenità una situazione che poteva divenire complicata, ma grazie alla fraternità delle famiglie numerose è divenuta accoglienza.
Nostra figlia di 21 anni, insieme a un’altra ragazza ed un ragazzo si recano a Roma venerdì 11 maggio, il giorno prima del Family Day, per partecipare ad un convegno indetto dall’università, in cui insieme studiano (Sviluppo economico e cooperazione internazionale a Firenze).
Il convegno c’è anche il sabato mattina e quindi esiste il problema di dove dormire. I tre si mettono d’accordo: essendo scout portano con loro il fazzolettone, per cercare ospitalità in istituti e parrocchie nei pressi della sede del convegno. Io e mia moglie non ci preoccupiamo più di tanto, un po’ perché l’educazione alla libertà che abbiamo dato ai nostri figli dice che possono provare ad arrangiarsi e un po’ perché con una buona dose di ottimismo speriamo che davvero qualche parroco gli dia ospitalità in una qualsiasi stanza.
Alle 19 non sono a niente: chi dice che non ha posto, chi dice di no senza motivo e così via. Partono alcune telefonate a sacerdoti amici che abbiamo a Roma, ma chi è fuori città, chi per motivi parrocchiali non è rintracciabile: alle 21 ancora non sanno dove andare. Intanto si sono recati in Piazza S.Giovanni dove c’è gente per i preparativi del giorno dopo. Albergo ?? Treno di ritorno ?? (non ci sono più vista l’ora).
Ecco che la nostra rete di fraternità entra in gioco. Pensiamo io e mia moglie… ma se si prova da qualche famiglia della ANFN di Roma ??? Telefoniamo a Spalvieri (che personalmente non conosciamo) e poco dopo ecco che c’è il posto dove dormire. Alle 21,40 i 3 giovani, prendono il tram per recarsi alla sua Parrocchia (in periferia della città), lui è ad aspettarli alla fermata e li accompagna dal sacerdote che li accoglie.
Il giorno successivo, al termine del convegno universitario, nostra figlia Chiara ci raggiunge in Piazza S.Giovanni per partecipare con noi al FD. Telefoniamo a quel punto a Spalvieri, per ringraziarlo personalmente e provvidenzialmente era proprio davanti a noi.
E’ una piccola storia di esperienza di vita, che francamente siamo felici che sia stata vissuta e finita così. Con queste nostre righe vogliamo sottolineare lo spirito di condivisione e di accoglienza delle famiglie della nostra associazione: sempre pronte a rimboccarsi le maniche e trovare il tempo, anche quando non c’è, di darsi da fare.
Che il Signore ci doni sempre lo spirito fraterno che ci lega.
Luca e Lucia Gualdani
Chiara, Daniele, Giovanni e Elena