Il declino demografico, così come il «tax gap», hanno un legame molto stretto con la struttura di aliquote e bonus fiscali. Una riforma per garantire uno sviluppo sostenibili
Un’imposta, un bonus o una riforma del fisco vanno giudicati in base all’effetto che producono. Per fare un esempio, se il Fisco rende particolarmente vantaggiose le ristrutturazioni degli immobili, si avrà un impatto positivo sui bilanci familiari di chi più può spendere per i lavori in casa e sull’economia in generale. Se invece lo Stato rendesse totalmente detassabili le spese per corsi di musica classica, il Pil forse crescerebbe meno, ma ci sarebbero filarmoniche in ogni città e probabilmente più violinisti che muratori.
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«Una domanda che ci si può porre è se non sia anche la struttura stessa di
aliquote, sconti e agevolazioni, a “impoverire” fiscalmente il Paese.
Un’analisi sulla riforma fiscale fatta dall’Associazione famiglie numerose
ha portato un esempio emblematico: se si prendono un reddito da 40.000
euro lordi e uno da 28.000, una volta calcolati Irpef, bonus, assegni, detrazioni
e benefici vari legati anche all’Isee, il netto percepito diventa, rispettivamente,
di 2.422 e di 2.271 euro. Per far avere solo 150 euro di aumento al lavoratore
di questo esempio, inoltre, l’azienda deve spendere 16.000 euro in più l’anno».
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Su questo importante tema vi invitiamo a seguire l’incontro organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari:
“VERSO UNA GIUSTA FISCALITÀ FAMILIARE” – 30 NOVEMBRE ORE 15,00
Parteciperanno:
L’incontro sarà moderato dal Presidente nazionale del Forum, Gigi De Palo
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